le indagini

Fatture false, a casa di un imprenditore di Adro trovati cinque milioni di euro

di Mario Pari
Il denaro era nascosto in diversi punti dell’immobile. Decisivo anche stavolta l’apporto dei cash dog, per «fiutare» i soldi
Il denaro sequestrato dalla Guardia di Finanza
Il denaro sequestrato dalla Guardia di Finanza
Il denaro sequestrato dalla Guardia di Finanza
Il denaro sequestrato dalla Guardia di Finanza

Fatturazioni per operazioni inesistenti e contanti. Un binomio inscindibile che ancora una volta ha trovato conferma nell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Cremona e coordinata dalla procura di Brescia, sfociata in un’ordinanza di custodia cautelare con 12 destinatari. Tutti e 12 sono stati rintracciati dalle fiamme gialle cremonesi in collaborazione con i colleghi dei comandi provinciali di Brescia, Bergamo, Padova, Verona Bolzano, Treviso e il Reparto operativo aeronavale di Como. Perquisizioni efficaci Come sempre succede in questi casi l’esecuzione dell’ordinanza ha portato anche alle perquisizioni. Quella che ha dato i risultati più spettacolari, ma non inediti per la provincia di Brescia, è stata svolta in un’abitazione di un imprenditore di Adro, che ora si trova in carcere e che, secondo la ricostruzione accusatoria e del gip, sarebbe amministratore di fatto di società edili che avrebbero utilizzato fatture per operazioni inesistenti per 26 milioni di euro e riciclato i proventi illeciti maturati attraverso il trasferimento di tre milioni di euro a una società austriaca e ad un’altra della provincia di Padova.

Nell’abitazione di Adro sono stati trovati complessivamente cinque milioni di euro. Nel sottotetto ne erano stati occultati 1.600.000, altri 1.200.000 in una camera che veniva utilizzata come ufficio, nella cassaforte ce n’erano 700mila, qualcosa anche in camera da letto: 100mila euro e ben 1.400mila nel doppiofondo di un armadio.

Anche in questa occasione non sono mancati lavoro e risultati per i cash dog, le unità cinofile del comando di Bergamo specializzati nel ritrovamento dei contanti. Il loro apporto si è rivelato determinante soprattutto per i contanti nascosti nel doppiofondo dell’armadio. Altri sequestri sono stati quelli di diversi conti correnti bancari, 20 immobili, 18 autoveicoli, un motoscafo “Riva“ da 15 metri, 8 orologi Rolex e numerosi preziosi in oro. Ma quella più impressionante rimane la casa dove c’erano più euro che mattoni.

La Guardia di Finanza evidenzia come: «il rinvenimento e il successivo sequestro di beni e ingenti somme di denaro, provento di attività delittuose, assuma simbolicamente un valore “sociale“ attraverso la restituzione.

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