Valvestino e Garda dentro il tunnel dei dubbi

di Luciano Scarpetta
Valvestino: i residenti invocano il tunnel per non restare isolati
Valvestino: i residenti invocano il tunnel per non restare isolati
Valvestino: i residenti invocano il tunnel per non restare isolati
Valvestino: i residenti invocano il tunnel per non restare isolati

Deve avvicinare le province di Trento e Brescia. Per ora divide gli esperti di mobilità e allontana le posizioni degli enti locali del comprensorio. Il fatto è che il tunnel progettato nell’enclave fra Eridio e Garda, dal turismo alla viabilità, passando per mai sopiti echi campanilistici, scava in un humus troppo complesso di interessi trasversali e talvolta contrapposti, per sperare di trovare un plauso collettivo.

FRA GLI OPPOSITORI più agguerriti dell’opera figura Legambiente che in tempi non sospetti aveva bollato il collegamento del Trentino con l’area di Valvestino, «inopportuno», insostenibile dal punto di vista finanziario e privo di qualsiasi ricaduta positiva sulla viabilità del Garda.

Una tesi rafforzata dallo studio presentato ieri nella sala civica Castellani di Gargnano. La ricerca porta la firma Renato Pugno, esperto internazionale di analisi preliminari della fattibilità economica finanziaria delle opere pubbliche.

«Secondo le nostre stime parametriche che si basano sul progetto preliminare – ha osservato Pugno –. la realizzazione del tunnel comporterà una spesa di 110 milioni di euro a fronte dei 34 previsti». La stima al rialzo dell’investimento parte dal presupposto che la progettazione sviluppata fino a oggi, è principalmente di carattere tecnico senza analisi economico-finanziarie sulla fattibilità del collegamento viario.

Secondo Pugno, «l’area d’influenza della galleria interesserà principalmente solo l’1% circa della popolazione delle due provincie, escluse le aree metropolitane di Trento e Brescia, circa 13 mila abitanti. Significativo – continua l’esperto - è il confronto con il tunnel realizzato tra Schio e Valdagno, per un bacino di 66 mila abitanti, con costi d’investimento al chilometro sostanzialmente uguali, ma con traffici enormemente superiori rispetto agli 873 abitanti di Bondone e Valvestino».

Per rendere fattibile economicamente il progetto il traffico iniziale dovrebbe essere superiore del 100%, cioè 500 mila veicoli l’anno, quota praticamente impossibile da raggiungere con un tunnel a senso unico alternato. Un aspetto progettuale che rende utopia anche l’ipotetico impiego del traforo - se parlava già negli anni Ottanta -come cardine di una viabilità alternativa alla Gardesana.

Per Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente della Lombardia, il tunnel non può essere la soluzione ai problemi di spopolamento della Valvestino che continuerebbero comunque a esistere anche in presenza della galleria. «Per valorizzare queste aree dal punto di vista economico e ambientale è necessario intensificare il trasporto pubblico con la zona del Garda puntando a un turismo selettivo, qualificato e motivato, senza inventare falsi programmi che hanno l’obiettivo di annettere Valvestino e Magasa al Trentino. Il tunnel finirà come altre opere tipo BreBeMi l’aeroporto di Montichiari o l’alta velocità che serve solo al 5% della popolazione che non intende utilizzare l’aereo».

GIORGIO Schiffer esperto di trasporti, ed ex amministratore delegato Brescia Mobilità ha allargato il focus: «Le grandi opere vanno valutate nella loro memoria storica - ha affermato ricordando le vicissitudini legate alla costruzione della metropolitana leggera di Brescia -. Certi lavori devono guardare lontano, ai risultati di un mondo che cambia e nello specifico del tunnel della Valvestino, mi sembra che quest’opera non abbia le gambe per camminare da sola».

In disaccordo con Legambiente, una delegazione di abitanti di Valvestino che ha portato al convegno le istanze della comunità. «Le analisi di fattibilità - ha fatto osservare Luca portavoce della delegazione - prendono in considerazione le ricadute sulla mobilità turistica e comprensoriale, ma per chi vive da sempre in valle qual è il futuro? Il mondo è fatto anche di paesini come i nostri e la politica deve dare risposte non solo per realizzare metropolitane, ma anche per la gente che vive in montagna. Il tunnel ci renderà sicuramente la vita più dignitosa potendo accedere in poco tempo a servizi come scuole e ospedali. Provate a vivere un paio di settimane in valle e vi renderete conto dei disagi che quotidianamente dobbiamo subire».

L’iter del progetto intanto avanza: l’opera è inserito nel piano d’investimenti previsto dalle province autonome di Trento e di Bolzano per i Comuni di confine: 18.792.000 euro che vanno a sommarsi ai 13.608.000 euro già stanziati dalla Provincia autonoma per la parte di tunnel che ricade nel proprio territorio.

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